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Soprannominata ''la signora dell'architettura'', Gaetana Aulenti, detta Gae, nasce il 4 dicembre 1927 a Palazzolo dello Stella, in provincia di Udine, da padre di origini pugliesi. Si laurea in architettura al Politecnico di Milano nel 1953, dove consegue l'abilitazione alla professione. Dal 1955 al 1965 fa pate della redazione della rivista ''Casabella-Continuita''' diretta da Ernesto Nathan Rogers e dal 1974 al 1979 e' nel comitato direttivo di ''Lotus International''.
Sul fronte universitario inizia la carriera come assistente prima di Giuseppe Samona' (dal 1960 al 1962) presso la cattedra di composizione architettonica all'Istituto Universitario di Architettura di Venezia, e poi (dal 1964 al 1969) di Ernesto Nathan Rogers presso la cattedra di composizione architettonica al Politecnico di Milano. Dal 1976 al '78 collabora con il regista Luca Ronconi a Prato al Laboratorio di Progettazione Teatrale, realizzando numerose scenografie; sempre con Ronconi firma nel'82 le scene della prima rappresentazione moderna de ''Il viaggio a Reims di Gioacchino Rossini al Festival di Pesaro.
Sostenitrice di un'architettura in stretta relazione ed in interconnessione con l'ambiente urbano esistente, che diviene quasi la sua forma generatrice, Aulenti ha cercato con i suoi numerosi progetti di trasferire nello spazio architettonico la molteplicita' e l'intensita' degli elementi che vanno a definire l'universo urbano. Formatasi nel contesto del dibattito architettonico italiano degli anni Cinquanta, Aulenti fa parte di quel percorso che si pone come reazione al razionalismo e che si concretizza anche nella nuova corrente del neoliberty.
Insieme al grandioso progetto per il Musee d'Orsay di Parigi (1980-86), Aulenti ha firmato il nuovo allestimento del Muse'e National d'Art Moderne al Centre Pompidou di Parigi (1982-85), la ristrutturazione di Palazzo Grassi a Venezia (1985-86), il nuovo accesso alla Stazione Santa Maria Novella a Firenze (1990), il Padiglione Italia all'Expo '92 di Siviglia, la ristrutturazione del Palazzo del Governo della Repubblica di San Marino (1991-96), la nuova Galleria per Esposizioni Temporanee alla Triennale di Milano (1994), l'allestimento del nuovo percorso di visita del Castello Estense a Ferrara (2004) e della mostra ''Arti e Architettura 1900-2000'' al Palazzo Ducale di Genova (2004-2005).
Tra i progetti recenti il nuovo Asian Art Museum San Francisco e il Museo Nazionale d'Arte Catalana a Barcellona; la sede della Cancelleria dell'Ambasciata Italiana e l'Istituto Italiano di Cultura a Tokio; il Palavela di Torino per i Giochi Olimpici Invernali 2006; la Citta' degli Studi a Biella; la nuova Biblioteca Comunale e Centro Culturale a Paderno Dugnano (Milano); l'ampliamento di due centrali di termoutilizzazione di rifiuti solidi urbani in provincia di Rimini e Forli'; il progetto di ampliamento dell'aeroporto di Perugia.
La gloriosa carriera di Gae Aulenti e' costellata da numerosi riconoscimenti, come il titolo di Chevalier della Legion d'Honneur (Parigi 1987), la nomina a socio onorario dell'American Institute of Architects (1990), il Praemium Imperiale per l'Architettura (Tokyo 1991), l'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica Italiana (Roma 1995).
Ha parteciparo con intensita' alla vita intellettuale ed accademica e nel 1984 viene nominata accademico corrispondente dell'Accademia Nazionale di San Luca di Roma; dal 1995 al 1996 invece e' presidente dell'Accademia di Belle Arti di Brera di Milano.
Sul fronte universitario inizia la carriera come assistente prima di Giuseppe Samona' (dal 1960 al 1962) presso la cattedra di composizione architettonica all'Istituto Universitario di Architettura di Venezia, e poi (dal 1964 al 1969) di Ernesto Nathan Rogers presso la cattedra di composizione architettonica al Politecnico di Milano. Dal 1976 al '78 collabora con il regista Luca Ronconi a Prato al Laboratorio di Progettazione Teatrale, realizzando numerose scenografie; sempre con Ronconi firma nel'82 le scene della prima rappresentazione moderna de ''Il viaggio a Reims di Gioacchino Rossini al Festival di Pesaro.
Sostenitrice di un'architettura in stretta relazione ed in interconnessione con l'ambiente urbano esistente, che diviene quasi la sua forma generatrice, Aulenti ha cercato con i suoi numerosi progetti di trasferire nello spazio architettonico la molteplicita' e l'intensita' degli elementi che vanno a definire l'universo urbano. Formatasi nel contesto del dibattito architettonico italiano degli anni Cinquanta, Aulenti fa parte di quel percorso che si pone come reazione al razionalismo e che si concretizza anche nella nuova corrente del neoliberty.
Insieme al grandioso progetto per il Musee d'Orsay di Parigi (1980-86), Aulenti ha firmato il nuovo allestimento del Muse'e National d'Art Moderne al Centre Pompidou di Parigi (1982-85), la ristrutturazione di Palazzo Grassi a Venezia (1985-86), il nuovo accesso alla Stazione Santa Maria Novella a Firenze (1990), il Padiglione Italia all'Expo '92 di Siviglia, la ristrutturazione del Palazzo del Governo della Repubblica di San Marino (1991-96), la nuova Galleria per Esposizioni Temporanee alla Triennale di Milano (1994), l'allestimento del nuovo percorso di visita del Castello Estense a Ferrara (2004) e della mostra ''Arti e Architettura 1900-2000'' al Palazzo Ducale di Genova (2004-2005).
Tra i progetti recenti il nuovo Asian Art Museum San Francisco e il Museo Nazionale d'Arte Catalana a Barcellona; la sede della Cancelleria dell'Ambasciata Italiana e l'Istituto Italiano di Cultura a Tokio; il Palavela di Torino per i Giochi Olimpici Invernali 2006; la Citta' degli Studi a Biella; la nuova Biblioteca Comunale e Centro Culturale a Paderno Dugnano (Milano); l'ampliamento di due centrali di termoutilizzazione di rifiuti solidi urbani in provincia di Rimini e Forli'; il progetto di ampliamento dell'aeroporto di Perugia.
La gloriosa carriera di Gae Aulenti e' costellata da numerosi riconoscimenti, come il titolo di Chevalier della Legion d'Honneur (Parigi 1987), la nomina a socio onorario dell'American Institute of Architects (1990), il Praemium Imperiale per l'Architettura (Tokyo 1991), l'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica Italiana (Roma 1995).
Ha parteciparo con intensita' alla vita intellettuale ed accademica e nel 1984 viene nominata accademico corrispondente dell'Accademia Nazionale di San Luca di Roma; dal 1995 al 1996 invece e' presidente dell'Accademia di Belle Arti di Brera di Milano.
Frank Lloyd Wright
Frank Lloyd Wright, uno dei più grandi architetti del Novecento, nasce a Richland Center (Wisconsin) l'8 giugno 1869. La sua figura è ricordata anche per il suo temperamento incline alle sfide e alla scoperta di nuovi orizzonti culturali ed artistici. Il padre è pastore della chiesa unitaria e musicista; sarà la madre, Anna Lloyd Jones, donna molto energica, a spingere il figlio verso la professione di architetto.
Dopo un'infanzia normale e aliena da traumi particolari, Frank compie studi di architettura molto seri (ingegneria civile a Madison, Wisconsin, e apprendistato a Chicago nello studio di Silsbee), fino a diventare allievo di Louis Sullivan, maestro che lo plasmò culturalmente, fino ad infondergli quella passione per lo sperimentalismo e la ricerca di nuove soluzioni che sarà una costante della sua vita. In particolare farà apprezzare al giovane Wright il valore degli spazi interni, spronandolo a ricercare filosofie differenti. Con lui, collabora per la realizzazione dell'Auditorium di Chicago.
In seguito, divenuto un nome rispettato nell'ambiente, i suoi scritti ottengono molta attenzione sia da parte degli specialisti che da parte del grande pubblico. Nelle sue considerazioni l'accento è posto alla ricerca della semplicità e alla volontà di trovare l'ispirazione attraverso i motivi e i materiali della natura, senza considerare il suo netto rifiuto di espedienti decorativi di qualsiasi natura. Questa concezione delle linee architettoniche e degli spazi prenderà il nome, dopo Wright, di "architettura organica".
In altri termini l'architettura organica è quella "filosofia della costruzione" che intende sviluppare le sue opere come un organismo, senza schemi geometrici preordinati; secondo i suoi teorici e artefici, è l'architettura ideale per l'uomo, tagliata su misura per lui, nata intorno a lui e cresciuta con lui come se fosse il suo corpo.
E' un tipo di concezione che rispecchia per certi versi le valenze individualistiche della società americana e Frank Lloyd Wright, durante il suo operato, si è posto come riferimento assoluto per tutto il movimento.
In tutto questo gioca anche l'opposizione alla tradizione europea, nei confronti della quali gli architetti e gli artisti americani in genere avevano sempre sentito un senso di inferiorità. Lloyd Wright, invece, si propone di rinnegare qualsiasi tradizione costituita, e perciò qualsiasi stilistica europea, orientandosi piuttosto verso le forme estremo-orientali (soprattutto giapponesi) e americane (maya, indios, ecc.). I suoi ideali lo portano a rivolgersi ad una committenza "media", ed a pensare "l'entità" casa, proprio per questa committenza. Ecco allora le sue abitazioni unifamiliari, a contatto con il terreno, semplici e a dimensione umana.
Nella sua lunghissima carriera, durata più di 70 anni, Frank Lloyd Wright disegnerà oltre un migliaio di progetti tra case, uffici, chiese, scuole, biblioteche, ponti, musei e altro ancora. Progetta anche arredi, tessuti, lampade, oggetti per la tavola, argenti, tele e arti grafiche. E' inoltre uno scrittore prolifico, un educatore ed un filosofo. Wright è considerato dalla maggior parte degli esponenti autorevoli del settore come il più grande architetto del XX secolo.
Muore a Phoenix il 9 aprile del 1959.
Dopo un'infanzia normale e aliena da traumi particolari, Frank compie studi di architettura molto seri (ingegneria civile a Madison, Wisconsin, e apprendistato a Chicago nello studio di Silsbee), fino a diventare allievo di Louis Sullivan, maestro che lo plasmò culturalmente, fino ad infondergli quella passione per lo sperimentalismo e la ricerca di nuove soluzioni che sarà una costante della sua vita. In particolare farà apprezzare al giovane Wright il valore degli spazi interni, spronandolo a ricercare filosofie differenti. Con lui, collabora per la realizzazione dell'Auditorium di Chicago.
In seguito, divenuto un nome rispettato nell'ambiente, i suoi scritti ottengono molta attenzione sia da parte degli specialisti che da parte del grande pubblico. Nelle sue considerazioni l'accento è posto alla ricerca della semplicità e alla volontà di trovare l'ispirazione attraverso i motivi e i materiali della natura, senza considerare il suo netto rifiuto di espedienti decorativi di qualsiasi natura. Questa concezione delle linee architettoniche e degli spazi prenderà il nome, dopo Wright, di "architettura organica".
In altri termini l'architettura organica è quella "filosofia della costruzione" che intende sviluppare le sue opere come un organismo, senza schemi geometrici preordinati; secondo i suoi teorici e artefici, è l'architettura ideale per l'uomo, tagliata su misura per lui, nata intorno a lui e cresciuta con lui come se fosse il suo corpo.
E' un tipo di concezione che rispecchia per certi versi le valenze individualistiche della società americana e Frank Lloyd Wright, durante il suo operato, si è posto come riferimento assoluto per tutto il movimento.
In tutto questo gioca anche l'opposizione alla tradizione europea, nei confronti della quali gli architetti e gli artisti americani in genere avevano sempre sentito un senso di inferiorità. Lloyd Wright, invece, si propone di rinnegare qualsiasi tradizione costituita, e perciò qualsiasi stilistica europea, orientandosi piuttosto verso le forme estremo-orientali (soprattutto giapponesi) e americane (maya, indios, ecc.). I suoi ideali lo portano a rivolgersi ad una committenza "media", ed a pensare "l'entità" casa, proprio per questa committenza. Ecco allora le sue abitazioni unifamiliari, a contatto con il terreno, semplici e a dimensione umana.
Nella sua lunghissima carriera, durata più di 70 anni, Frank Lloyd Wright disegnerà oltre un migliaio di progetti tra case, uffici, chiese, scuole, biblioteche, ponti, musei e altro ancora. Progetta anche arredi, tessuti, lampade, oggetti per la tavola, argenti, tele e arti grafiche. E' inoltre uno scrittore prolifico, un educatore ed un filosofo. Wright è considerato dalla maggior parte degli esponenti autorevoli del settore come il più grande architetto del XX secolo.
Muore a Phoenix il 9 aprile del 1959.
Le Corbusier
Charles-Edouard Jeanneret (che più tardi avrebbe assunto, ricordandosi degli avi paterni, il nome d'arte di Le Corbusier), nasce il 6 ottobre 1887 a La Chaux-de-Fonds, Svizzera, dove studia alla scuola d'arte, orientandosi poi, su consiglio del suo maestro Charles L'Esplattenier, verso l'architettura (ma, oltre che architetto, fu anche urbanista, pittore, scultore e scrittore). La sua vera patria è comunque considerata la Francia, suo principale teatro di ogni attività critica e progettuale.
All'età di quattordici anni, si iscrisse alla Scuola d'Arte del suo paese natale e quando compì i diciotto anni realizzò la sua prima abitazione. Dal 1906 al 1914 viaggia in numerosi paesi d'Europa, soggiornando soprattutto a Vienna, dove viene in contatto con gli ambienti della Secessione viennese, e a Berlino dove, nello studio di Peter Beherens, conosce Gropius e Mies Van der Rohe. Visitando le principali città italiane ricava un abbondante quaderno di schizzi delle architetture del passato con a margine di ogni disegno annotazioni e appunti sui materiali, sui colori, sulle forme. Ciò gli consente di acquisire un bagaglio culturale che affonda le radici nel passato e di evidenziare la sua passione per l'architettura, nonostante egli non abbia mai compiuto studi regolari in questo ambito.
Solo intorno al 1920 cominciò realmente a lavorare come architetto. Durante la fase di apprendistato lavorò a Berlino e poi a Parigi, dove avrà modo di approfondire fra l'altro il suo interesse per la pittura moderna.
Inizialmente lavora nello studio di Auguste Perret (fino al 1922), poi con Pierre Jeanneret apre il suo mitico studio di architettura a Parigi, situato in Rue de Sèvres al 35. Nello stesso periodo, fonda insieme a A. Ozenfant e Dermèe, la rivista "Avant-garde. L'Esprite noveau". Quasi da subito osteggiato dagli accademici per il suo presunto stile rivoluzionario, viene successivamente riconosciuto a livello mondiale, lasciando una traccia indelebile e profonda nelle moderne concezioni architettoniche ed urbanistiche. Il problema fondamentale che si pone all'architetto ha un duplice aspetto: da un lato organizzare lo spazio urbano, in modo che la città possa accogliere agevolmente le grandi masse di lavoratori di ogni livello sociale, legate alle attività contemporanee, dall'altro lato costruire edifici capaci di rispondere alle esigenze di vita collettiva ed individuale di quelle stesse masse.
Il suo sistema progettuale è improntato dunque all'uso di sistemi razionali, con moduli e forme estremamente semplici, secondo i principi del "Funzionalismo". Inoltre, molte nuove metodiche per l'ingegneria furono introdotte proprio da Le Corbusier. Il tetto piatto con giardino pensile, ad esempio, rappresenta un importante contributo dell'architettura: esso è formato da un ampio spazio situato su banchi di sabbia, con l'aggiunta di ampie zone verdi poste al di sotto dell'abitazione. Nella sua infaticabile sperimentazione riesce anche a toccare gli estremi opposti in una varietà di linguaggi plastici, come testimoniano le villas La Roche-Jeanneret e Savoye( 1929/31), ), "l'unite d'abitation" di Marsiglia (1947/52), La Cappella di Notre-Dame-Du-Haut sulla sommità di una collina che domina la borgata di Ronchamp( 1950/54), il convento dei domenicani La Tourette, La Maison De L'homme a Zurigo e L'ospedale di Venezia.
Nello stesso anno mostra, al Salon d'Automne, il suo progetto di una Città per Tre Milioni d'Abitanti, che sarà un caposaldo per i futuri studi urbanistici.
L'anno successivo pubblica "Verso una Architettura", il libro d'architettura più importante della prima metà del secolo scorso, un esplosivo manifesto in cui sostiene che l'impegno nel rinnovamento dell'architettura può sostituire la rivoluzione politica, può realizzare la giustizia sociale. Nel libro tratta di tre dei cinque punti: i pilotis, i tetti-giardino e la finestra a nastro. A questi tre elementi si aggiungeranno qualche anno dopo la facciata libera e la pianta libera. Sono i famosi "cinque punti di una nuova architettura" applicati con intenti teorematici in una delle opere più importanti del razionalismo architettonico, villa Savoye a Poissy del 1929.
Nel 1927 vinse il primo premio in un concorso internazionale di idee per il progetto del palazzo della Lega delle nazioni di Ginevra. Il progetto non fu, in realtà, mai realizzato.
Nel 1925-29 il suo progetto per il Centrosoyus (Ministero Centrale della Pianificazione Economica) a Mosca fu posto in atto; nel 1932 fu costruito a Parigi il Dormitorio Svizzero della Citè Universitarie. Nel 1936 Le Corbusier progettò la sede del Ministero dell'educazione del Brasile a Rio de Janeiro.
Fra i progetti di pianificazione urbanistica elaborati da Le Corbusier meritano di essere ricordati quello di Algeri (iniziato nel 1930), di San Paolo, di Rio de Janeiro, di Buenos Aires, di Barcellona (1933), di Ginevra, di Stoccolma, di Anversa e di Nemour (1934).
Un suo progetto per un nuovo museo fu realizzato a Tokyo nel 1929.
In quegli anni, poi, scrisse un importante libro sui problemi connessi alla progettazione della città, La Ville Radiouse, che venne pubblicato nel 1935.
Da non trascurare anche la sua produzione non strettamente architettonica, ma più legata al design. I mobili di Le Corbusier, ad esempio, creati con la collaborazione di P.Jeanneret e C. Perriand, esposti nel 1929 al Salon d'automne a Parigi, lasciarono perplessi i visitatori, per via del fatto che sembravano voler esaltare un concetto sopra ogni altra considerazione: quello di essere l'espressione concreta della loro stessa funzione. Cos'è una seduta, se non un oggetto che assolve il proprio compito accogliendo il corpo umano in una postura semi-eretta? Il progettista concentra la sua azione sul concetto dell'utile e delle necessità all'uso. Intorno alla struttura più semplice, quella di un tubo metallico eletto a supporto primario dell'oggetto, si organizzano i componenti base di ogni tipo di seduta: la struttura si fa gabbia di contenimento o sistema di appoggio. Questi mobili furono concepiti come degli strumenti idonei ad abitare in modo corretto gli spazi costruiti per l'uomo moderno: ancora oggi, si integrano perfettamente nell'habitat quotidiano, e ciò è dovuto principalmente alla convinzione di Le Crbusier di esprimere nella concretezza dell'oggetto di utilità, il nuovo valore proposto dal binomio forma- funzione. In tal modo l'oggetto, spogliato dell'ornamento, recupera la sua irriducibile intima bellezza, esprimendo la propria natura nell'armonia della nuova forma, semplice ed essenziale.
Nel 1944 ritornò all'atelier di Parigi e nel 1946 si trasferì a New York dove il suo genio innovatore fu definitivamente riconosciuto.
Morì nell'agosto del 1965 a Roquebrune, in Costa Azzurra.
I cinque punti espressi in "Verso una Architettura":
1. I Pilotis. Risolvere un problema in maniera scientifica significa innanzi tutto distinguere i suoi elementi. In una costruzione si possono senza dubbio separare le parti portanti e non. Al posto delle primitive fondamenta, sulle quali poggiavano setti murari, il cemento armato permette di usare fondamenta puntiformi e al posto dei muri pilastri. I pilotis sollevano la casa dal suolo, gli spazi vengono sottratti all'umidità del terreno e hanno luce ed aria. La superficie occupata dalla costruzione rimane al giardino che passa sotto alla casa, il giardino è anche sopra la casa, sul tetto.
2. I Tetti Giardino. Il tetto piano richiede in primo luogo un utilizzo logico ai fini abitativi: tetto-terrazza, tetto-giardino. Il calcestruzzo richiede una protezione dagli sbalzi termici, per assicurarne una maggior durata. Il tetto-terrazza soddisfa anche quest'esigenza, adottando una misura particolare di protezione: sabbia ricoperta di lastre spesse di cemento, a giunti sfalsati seminati con erba. L'effetto ottenuto e quello di una massa termoregolatrice, radici e sabbia lasciano filtrare l'acqua lentamente. I tetti-giardino diventano opulenti: fiori, arbusti e alberi, prato. In generale per una città i tetti-giardino significano il riscatto di tutte le superfici edificate.
3. Il Plan Libre. I muri portanti, partendo dal sottosuolo, si sovrappongono formando il pianterreno e gli altri piani, fino al tetto: la pianta è schiava. Il sistema dei pilastri porta i solai, i tramezzi sono posti a piacere secondo le necessità e nessun piano è vincolato all'altro. Non esistono più pareti portanti ma solo membrane solide a piacere, ne consegue l'assoluta libertà di configurazione della pianta, che consente una grande economia di volume costruito e un rigoroso impiego di ogni centimetro quadrato, che compensano i maggiori costi di una costruzione in calcestruzzo armato.
4. La Fenetre En Longeur. I pilastri formano, con i solai, vuoti rettangoli in facciata, attraverso i quali luce ed aria entrano abbondantemente. La finestra corre da un pilastro all'altro, e sarà quindi una finestra in lunghezza. Gli spazi in tal modo sono illuminati uniformemente da parete a parete. Il cemento armato rivoluziona la storia della finestra. La finestra può correre da un bordo all'altro della facciata. Il calcestruzzo armato offre per la prima volta con la finestra in lunghezza la possibilità di massima illuminazione.
5.La Facciata Libera. Giacché si fanno aggettare i piani rispetto i pilastri portanti l'intera facciata si sposta all'infuori rispetto la struttura. Essa perde quindi la qualità portante, e le finestre possono essere estese in lunghezza a piacere, senza diretta relazione con la suddivisione interna. Così la facciata ottiene una configurazione libera.
All'età di quattordici anni, si iscrisse alla Scuola d'Arte del suo paese natale e quando compì i diciotto anni realizzò la sua prima abitazione. Dal 1906 al 1914 viaggia in numerosi paesi d'Europa, soggiornando soprattutto a Vienna, dove viene in contatto con gli ambienti della Secessione viennese, e a Berlino dove, nello studio di Peter Beherens, conosce Gropius e Mies Van der Rohe. Visitando le principali città italiane ricava un abbondante quaderno di schizzi delle architetture del passato con a margine di ogni disegno annotazioni e appunti sui materiali, sui colori, sulle forme. Ciò gli consente di acquisire un bagaglio culturale che affonda le radici nel passato e di evidenziare la sua passione per l'architettura, nonostante egli non abbia mai compiuto studi regolari in questo ambito.
Solo intorno al 1920 cominciò realmente a lavorare come architetto. Durante la fase di apprendistato lavorò a Berlino e poi a Parigi, dove avrà modo di approfondire fra l'altro il suo interesse per la pittura moderna.
Inizialmente lavora nello studio di Auguste Perret (fino al 1922), poi con Pierre Jeanneret apre il suo mitico studio di architettura a Parigi, situato in Rue de Sèvres al 35. Nello stesso periodo, fonda insieme a A. Ozenfant e Dermèe, la rivista "Avant-garde. L'Esprite noveau". Quasi da subito osteggiato dagli accademici per il suo presunto stile rivoluzionario, viene successivamente riconosciuto a livello mondiale, lasciando una traccia indelebile e profonda nelle moderne concezioni architettoniche ed urbanistiche. Il problema fondamentale che si pone all'architetto ha un duplice aspetto: da un lato organizzare lo spazio urbano, in modo che la città possa accogliere agevolmente le grandi masse di lavoratori di ogni livello sociale, legate alle attività contemporanee, dall'altro lato costruire edifici capaci di rispondere alle esigenze di vita collettiva ed individuale di quelle stesse masse.
Il suo sistema progettuale è improntato dunque all'uso di sistemi razionali, con moduli e forme estremamente semplici, secondo i principi del "Funzionalismo". Inoltre, molte nuove metodiche per l'ingegneria furono introdotte proprio da Le Corbusier. Il tetto piatto con giardino pensile, ad esempio, rappresenta un importante contributo dell'architettura: esso è formato da un ampio spazio situato su banchi di sabbia, con l'aggiunta di ampie zone verdi poste al di sotto dell'abitazione. Nella sua infaticabile sperimentazione riesce anche a toccare gli estremi opposti in una varietà di linguaggi plastici, come testimoniano le villas La Roche-Jeanneret e Savoye( 1929/31), ), "l'unite d'abitation" di Marsiglia (1947/52), La Cappella di Notre-Dame-Du-Haut sulla sommità di una collina che domina la borgata di Ronchamp( 1950/54), il convento dei domenicani La Tourette, La Maison De L'homme a Zurigo e L'ospedale di Venezia.
Nello stesso anno mostra, al Salon d'Automne, il suo progetto di una Città per Tre Milioni d'Abitanti, che sarà un caposaldo per i futuri studi urbanistici.
L'anno successivo pubblica "Verso una Architettura", il libro d'architettura più importante della prima metà del secolo scorso, un esplosivo manifesto in cui sostiene che l'impegno nel rinnovamento dell'architettura può sostituire la rivoluzione politica, può realizzare la giustizia sociale. Nel libro tratta di tre dei cinque punti: i pilotis, i tetti-giardino e la finestra a nastro. A questi tre elementi si aggiungeranno qualche anno dopo la facciata libera e la pianta libera. Sono i famosi "cinque punti di una nuova architettura" applicati con intenti teorematici in una delle opere più importanti del razionalismo architettonico, villa Savoye a Poissy del 1929.
Nel 1927 vinse il primo premio in un concorso internazionale di idee per il progetto del palazzo della Lega delle nazioni di Ginevra. Il progetto non fu, in realtà, mai realizzato.
Nel 1925-29 il suo progetto per il Centrosoyus (Ministero Centrale della Pianificazione Economica) a Mosca fu posto in atto; nel 1932 fu costruito a Parigi il Dormitorio Svizzero della Citè Universitarie. Nel 1936 Le Corbusier progettò la sede del Ministero dell'educazione del Brasile a Rio de Janeiro.
Fra i progetti di pianificazione urbanistica elaborati da Le Corbusier meritano di essere ricordati quello di Algeri (iniziato nel 1930), di San Paolo, di Rio de Janeiro, di Buenos Aires, di Barcellona (1933), di Ginevra, di Stoccolma, di Anversa e di Nemour (1934).
Un suo progetto per un nuovo museo fu realizzato a Tokyo nel 1929.
In quegli anni, poi, scrisse un importante libro sui problemi connessi alla progettazione della città, La Ville Radiouse, che venne pubblicato nel 1935.
Da non trascurare anche la sua produzione non strettamente architettonica, ma più legata al design. I mobili di Le Corbusier, ad esempio, creati con la collaborazione di P.Jeanneret e C. Perriand, esposti nel 1929 al Salon d'automne a Parigi, lasciarono perplessi i visitatori, per via del fatto che sembravano voler esaltare un concetto sopra ogni altra considerazione: quello di essere l'espressione concreta della loro stessa funzione. Cos'è una seduta, se non un oggetto che assolve il proprio compito accogliendo il corpo umano in una postura semi-eretta? Il progettista concentra la sua azione sul concetto dell'utile e delle necessità all'uso. Intorno alla struttura più semplice, quella di un tubo metallico eletto a supporto primario dell'oggetto, si organizzano i componenti base di ogni tipo di seduta: la struttura si fa gabbia di contenimento o sistema di appoggio. Questi mobili furono concepiti come degli strumenti idonei ad abitare in modo corretto gli spazi costruiti per l'uomo moderno: ancora oggi, si integrano perfettamente nell'habitat quotidiano, e ciò è dovuto principalmente alla convinzione di Le Crbusier di esprimere nella concretezza dell'oggetto di utilità, il nuovo valore proposto dal binomio forma- funzione. In tal modo l'oggetto, spogliato dell'ornamento, recupera la sua irriducibile intima bellezza, esprimendo la propria natura nell'armonia della nuova forma, semplice ed essenziale.
Nel 1944 ritornò all'atelier di Parigi e nel 1946 si trasferì a New York dove il suo genio innovatore fu definitivamente riconosciuto.
Morì nell'agosto del 1965 a Roquebrune, in Costa Azzurra.
I cinque punti espressi in "Verso una Architettura":
1. I Pilotis. Risolvere un problema in maniera scientifica significa innanzi tutto distinguere i suoi elementi. In una costruzione si possono senza dubbio separare le parti portanti e non. Al posto delle primitive fondamenta, sulle quali poggiavano setti murari, il cemento armato permette di usare fondamenta puntiformi e al posto dei muri pilastri. I pilotis sollevano la casa dal suolo, gli spazi vengono sottratti all'umidità del terreno e hanno luce ed aria. La superficie occupata dalla costruzione rimane al giardino che passa sotto alla casa, il giardino è anche sopra la casa, sul tetto.
2. I Tetti Giardino. Il tetto piano richiede in primo luogo un utilizzo logico ai fini abitativi: tetto-terrazza, tetto-giardino. Il calcestruzzo richiede una protezione dagli sbalzi termici, per assicurarne una maggior durata. Il tetto-terrazza soddisfa anche quest'esigenza, adottando una misura particolare di protezione: sabbia ricoperta di lastre spesse di cemento, a giunti sfalsati seminati con erba. L'effetto ottenuto e quello di una massa termoregolatrice, radici e sabbia lasciano filtrare l'acqua lentamente. I tetti-giardino diventano opulenti: fiori, arbusti e alberi, prato. In generale per una città i tetti-giardino significano il riscatto di tutte le superfici edificate.
3. Il Plan Libre. I muri portanti, partendo dal sottosuolo, si sovrappongono formando il pianterreno e gli altri piani, fino al tetto: la pianta è schiava. Il sistema dei pilastri porta i solai, i tramezzi sono posti a piacere secondo le necessità e nessun piano è vincolato all'altro. Non esistono più pareti portanti ma solo membrane solide a piacere, ne consegue l'assoluta libertà di configurazione della pianta, che consente una grande economia di volume costruito e un rigoroso impiego di ogni centimetro quadrato, che compensano i maggiori costi di una costruzione in calcestruzzo armato.
4. La Fenetre En Longeur. I pilastri formano, con i solai, vuoti rettangoli in facciata, attraverso i quali luce ed aria entrano abbondantemente. La finestra corre da un pilastro all'altro, e sarà quindi una finestra in lunghezza. Gli spazi in tal modo sono illuminati uniformemente da parete a parete. Il cemento armato rivoluziona la storia della finestra. La finestra può correre da un bordo all'altro della facciata. Il calcestruzzo armato offre per la prima volta con la finestra in lunghezza la possibilità di massima illuminazione.
5.La Facciata Libera. Giacché si fanno aggettare i piani rispetto i pilastri portanti l'intera facciata si sposta all'infuori rispetto la struttura. Essa perde quindi la qualità portante, e le finestre possono essere estese in lunghezza a piacere, senza diretta relazione con la suddivisione interna. Così la facciata ottiene una configurazione libera.
Renzo Piano
Nato a Genova il 14 settembre 1937, laureato al Politecnico di Milano nel 1964, dopo le esperienze presso Franco Albini, Marco Zanuso, Louis Kahn e Makowskj, inizia l'attività progettuale con una serie di studi sperimentali sulle strutture spaziali a guscio e sui sistemi costruttivi innovativi, avendo come riferimento l'amico e maestro francese Jean Prouvé. Questi primi progetti, tra i quali un padiglione per la XIV Triennale del 1966, vengono pubblicati su Domus e Casabella alla fine degli anni sessanta, permettendo a Renzo Piano di affermarsi sul panorama nazionale, ottenendo la possibilità di realizzare il padiglione dell'industria italiana all'Expo di Osaka nel 1969.
Dal 1971 inizia la collaborazione con Richard Rogers, nella società Piano&Rogers, e dal 1977 con Peter Rice, con la Piano&Rice Associates: è il periodo del Centre Georges Pompidou, uno dei progetti più discussi degli ultimi trent'anni.
Prima di elaborare proposte su larga scala attraverso interventi di notevole effetto, la fase di studio sui centri storici e sul recupero del paesaggio, da Otranto all'isola di Burano fino ai progetti per il porto antico di Genova, per Rodi, per La Valletta, per Pompei e per i Sassi di Matera, dimostra l'interesse e la sensibilità verso un approccio operativo non esclusivamente high-tech, come molta critica mal informata tende ad etichettare e a liquidare una produzione architettonica molto più complessa.
Da allora l'intensissima attività progettuale, supportata dagli studi di Parigi e Genova, costituendo dal 1981 il Renzo Piano Building Workshop, mirata all'uso di materiali e tecnologie all'avanguardia, permette di realizzare edifici e complessi urbani in tutto il mondo: lo stadio S. Nicola a Bari (1987), l'aeroporto di Osaka (1988), la Cité Internationale di Lione (1991), il Museo della Scienza e della Tecnica ad Amsterdam (1992) , il ridisegno della Postdamer Platz a Berlino (1992) , il Centro Tjibaou per la cultura Kanak a Noumea (1992), la Banca Popolare di Lodi (1993), il Design Center della Mercedes Benz a Stoccarda (1993), l'Aurora Place a Sidney (1996), la Telecom Tower (1997) a Rotterdam.
Mostre dedicate alla sua attività sono state allestite nelle principali città dell'Europa e degli Stati Uniti d'America, a Tokyo e in Australia. Tra i principali riconoscimenti internazionali si ricordano: l'Honorary Fellowship Riba a Londra (1986), la Legione d'Onore a Parigi (1985), la Riba Royal Gold Medal for Architecture (1989), il titolo di "Cavaliere di Gran Croce", il premio Imperiale a Tokio (1995) e il premio Pritzker (1998). Dal 1994 è ambasciatore dell'UNESCO per l'architettura.
Numerosi sono anche i riconoscimenti universitari (visiting professor alla Columbia University di New York, alla Architectural Association di Londra, laurea honoris causa ricevuta dalle Università di Stoccarda e Delft) e quelli in concorsi nazionali ed internazionali, gli scritti, non incentrati sullo sviluppo di teorie o modelli, ma mirati alla conoscenza del "mestiere", i libri ("Dialoghi di cantiere" e "Giornale di Bordo"), le interviste sui quotidiani di tutto il mondo, i progetti per allestimenti e mostre.
Una grande antologica allestita nel 2000 al Beaubuorg e al Museo d'Arte di Berlino ha ripercorso tutta la sua attività progettuale, mostrando le tecniche di approccio al lavoro, i sistemi di sviluppo del progetto e i modi di rappresentazione, l'organizzazione del Workshop e dei vari cantieri, dalla piccola alla grande scala.
Tra i progetti in costruzione si ricordano l'Auditorium a Roma, la chiesa di Padre Pio a S. Giovanni Rotondo, l'Auditorium di Parma, la Bolla a Genova e gli uffici Hermes a Tokio, la nuova sede de IlSole24ore a Milano. In fase di studio tra i progetti americani: la sede del New York Times a Manhattan, il Woodruff Arts Center ad Atlanta, l'Accademia di Scienze Naturali a S. Francisco, il museo Nasher a Dallas e lampliamento 'della Morgan Library a New York. Oltre a un quartiere residenziale a Lisbona, un centro polifunzionale a Nola, il Museo Klee a Berna.
Al di là degli incarichi di rilievo e della realizzazione di numerosissimi progetti, l'idea di bottega, di ricerca e di approccio al lavoro attraverso tecniche tradizionali quali il disegno a mano, lo sviluppo di modelli di studio, la creazione di make-up in scala 1:1 costituiscono un naturale sistema di organizzazione ancora funzionale, pratico e legato a operazioni colte di intendere un mestiere svincolato dall'accademia e da supporti esclusivamente teorici di intendere l'architettura.
"Quando mi chiedono come sarà la città del futuro, io rispondo: spero come quella del passato."
Dal 1971 inizia la collaborazione con Richard Rogers, nella società Piano&Rogers, e dal 1977 con Peter Rice, con la Piano&Rice Associates: è il periodo del Centre Georges Pompidou, uno dei progetti più discussi degli ultimi trent'anni.
Prima di elaborare proposte su larga scala attraverso interventi di notevole effetto, la fase di studio sui centri storici e sul recupero del paesaggio, da Otranto all'isola di Burano fino ai progetti per il porto antico di Genova, per Rodi, per La Valletta, per Pompei e per i Sassi di Matera, dimostra l'interesse e la sensibilità verso un approccio operativo non esclusivamente high-tech, come molta critica mal informata tende ad etichettare e a liquidare una produzione architettonica molto più complessa.
Da allora l'intensissima attività progettuale, supportata dagli studi di Parigi e Genova, costituendo dal 1981 il Renzo Piano Building Workshop, mirata all'uso di materiali e tecnologie all'avanguardia, permette di realizzare edifici e complessi urbani in tutto il mondo: lo stadio S. Nicola a Bari (1987), l'aeroporto di Osaka (1988), la Cité Internationale di Lione (1991), il Museo della Scienza e della Tecnica ad Amsterdam (1992) , il ridisegno della Postdamer Platz a Berlino (1992) , il Centro Tjibaou per la cultura Kanak a Noumea (1992), la Banca Popolare di Lodi (1993), il Design Center della Mercedes Benz a Stoccarda (1993), l'Aurora Place a Sidney (1996), la Telecom Tower (1997) a Rotterdam.
Mostre dedicate alla sua attività sono state allestite nelle principali città dell'Europa e degli Stati Uniti d'America, a Tokyo e in Australia. Tra i principali riconoscimenti internazionali si ricordano: l'Honorary Fellowship Riba a Londra (1986), la Legione d'Onore a Parigi (1985), la Riba Royal Gold Medal for Architecture (1989), il titolo di "Cavaliere di Gran Croce", il premio Imperiale a Tokio (1995) e il premio Pritzker (1998). Dal 1994 è ambasciatore dell'UNESCO per l'architettura.
Numerosi sono anche i riconoscimenti universitari (visiting professor alla Columbia University di New York, alla Architectural Association di Londra, laurea honoris causa ricevuta dalle Università di Stoccarda e Delft) e quelli in concorsi nazionali ed internazionali, gli scritti, non incentrati sullo sviluppo di teorie o modelli, ma mirati alla conoscenza del "mestiere", i libri ("Dialoghi di cantiere" e "Giornale di Bordo"), le interviste sui quotidiani di tutto il mondo, i progetti per allestimenti e mostre.
Una grande antologica allestita nel 2000 al Beaubuorg e al Museo d'Arte di Berlino ha ripercorso tutta la sua attività progettuale, mostrando le tecniche di approccio al lavoro, i sistemi di sviluppo del progetto e i modi di rappresentazione, l'organizzazione del Workshop e dei vari cantieri, dalla piccola alla grande scala.
Tra i progetti in costruzione si ricordano l'Auditorium a Roma, la chiesa di Padre Pio a S. Giovanni Rotondo, l'Auditorium di Parma, la Bolla a Genova e gli uffici Hermes a Tokio, la nuova sede de IlSole24ore a Milano. In fase di studio tra i progetti americani: la sede del New York Times a Manhattan, il Woodruff Arts Center ad Atlanta, l'Accademia di Scienze Naturali a S. Francisco, il museo Nasher a Dallas e lampliamento 'della Morgan Library a New York. Oltre a un quartiere residenziale a Lisbona, un centro polifunzionale a Nola, il Museo Klee a Berna.
Al di là degli incarichi di rilievo e della realizzazione di numerosissimi progetti, l'idea di bottega, di ricerca e di approccio al lavoro attraverso tecniche tradizionali quali il disegno a mano, lo sviluppo di modelli di studio, la creazione di make-up in scala 1:1 costituiscono un naturale sistema di organizzazione ancora funzionale, pratico e legato a operazioni colte di intendere un mestiere svincolato dall'accademia e da supporti esclusivamente teorici di intendere l'architettura.
"Quando mi chiedono come sarà la città del futuro, io rispondo: spero come quella del passato."
ZAHA ADID
Nata a Baghdad nel 1950, nel 1971 consegue un master in matematica pura presso l’Università americana di Beirut (“la matematica – ha dichiarato Zaha Hadid in un’intervista – è una disciplina che ti educa a organizzare e strutturare i processi della mente”) e dal 1972 al 1977 frequenta l’Architectural Association di Londra.
E’ membro dell’OMA (Office for Metropolitan Architecture) con Rem Koolhaas ed Elia Zenghelis (1976-1978), e con loro inizia a insegnare presso l’Architectural Association (1980 – 1987): tiene inoltre numerose lezioni presso altre istituzioni tra le quali le università di Harvard e Columbia.
La sua opera rivela l’influenza dell’avanguardia russa degli anni Venti, filtrata da uno spirito modernista. Hadid deve la sua notorietà internazionale alla vittoria nel concorso The Peak (Hong Kong, 1983), per il quale realizza disegni di straordinaria originalità.
Vince inoltre il concorso per il Kurfurstendamm a Berlino (1986) e per un centro d’arte e di comunicazione a Düsseldorf (1989). Inaugura l’attività del proprio studio nel 1979, progettando un appartamento a Eaton Place, Londra, che nel 1982 vince il massimo riconoscimento di Architectural Design. Hadid considera il disegno e la pittura come mezzi per esplorare i diversi aspetti del progetto.
La sua opera è stata pubblicata ed esposta in diverse occasioni tra cui le esposizioni svoltesi presso l’Architectural Association (1983), il Guggenheim Museum a New York (1978), la GA Gallery a Tokyo (1985) e la Grand Central Station a New York (1995). I principali progetti realizzati comprendono gli interni del bar-ristorante Monsoon a Sapporo, in Giappone (1990); l’allestimento dell’esposizione “The Great Utopia” presso il Guggenheim Museum a New York (1992); la caserma dei pompieri Vitra (1993) e il padiglione LF One (1997 – 1999) a Weil Am Rhein, in Germania; il complesso dell?Iba a Kreuzberg, Berlino (1993) e il padiglione della “Mind Zone” al Millenium Dome, Londra (1998-2000).
Hadid ha vinto recentemente i concorsi internazionali per la Cardiff Opera House (1994), il Contemporary Arts Centre di Cincinnati, Ohio (1998), il Centro Nazionale per le Arti Contemporanee di Roma (1998), la Guggenheim Foundation di Tokyo (2001).
E’ membro dell’OMA (Office for Metropolitan Architecture) con Rem Koolhaas ed Elia Zenghelis (1976-1978), e con loro inizia a insegnare presso l’Architectural Association (1980 – 1987): tiene inoltre numerose lezioni presso altre istituzioni tra le quali le università di Harvard e Columbia.
La sua opera rivela l’influenza dell’avanguardia russa degli anni Venti, filtrata da uno spirito modernista. Hadid deve la sua notorietà internazionale alla vittoria nel concorso The Peak (Hong Kong, 1983), per il quale realizza disegni di straordinaria originalità.
Vince inoltre il concorso per il Kurfurstendamm a Berlino (1986) e per un centro d’arte e di comunicazione a Düsseldorf (1989). Inaugura l’attività del proprio studio nel 1979, progettando un appartamento a Eaton Place, Londra, che nel 1982 vince il massimo riconoscimento di Architectural Design. Hadid considera il disegno e la pittura come mezzi per esplorare i diversi aspetti del progetto.
La sua opera è stata pubblicata ed esposta in diverse occasioni tra cui le esposizioni svoltesi presso l’Architectural Association (1983), il Guggenheim Museum a New York (1978), la GA Gallery a Tokyo (1985) e la Grand Central Station a New York (1995). I principali progetti realizzati comprendono gli interni del bar-ristorante Monsoon a Sapporo, in Giappone (1990); l’allestimento dell’esposizione “The Great Utopia” presso il Guggenheim Museum a New York (1992); la caserma dei pompieri Vitra (1993) e il padiglione LF One (1997 – 1999) a Weil Am Rhein, in Germania; il complesso dell?Iba a Kreuzberg, Berlino (1993) e il padiglione della “Mind Zone” al Millenium Dome, Londra (1998-2000).
Hadid ha vinto recentemente i concorsi internazionali per la Cardiff Opera House (1994), il Contemporary Arts Centre di Cincinnati, Ohio (1998), il Centro Nazionale per le Arti Contemporanee di Roma (1998), la Guggenheim Foundation di Tokyo (2001).